Sirio Tofanari

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Sirio Tofanari (Firenze 1886 - 1969) è stato uno scultore italiano del XX secolo. Apprende iprimi elementi di disegno all'Accademia di Belle Arti di Firenze, ma ben presto decide di abbandonare il compassato ambiente accademico per terminare la propria formazione da autodidatta. Nel 1907 si reca a Parigi e di qui a Londra: nella capitale inglese Tofanari si dedica allo studio della natura, in particolare degli animali, frequentando assiduamente il locale Giardino Zoologico. Parte dall impressionismo (alcune opere del primo periodo ricordano Troubetzkoy e Bugatti), per poi tivolgersi allo stile di Barye; le sue realizzazioni plastiche sono tut- tavia sempre frutto originale di un costante studio diretto dei soggetti. Tornato a Firenze, nel 1908 presenta alcune opere all' Esposizione di Faenza, e il Re d'Italia acquista in questa occasione una scultura raffigurarnte una gazzella; dall'anno successivo fino al 1934 partecipa a tutte le Biennali di Venezia. In occasione della rassegna veneziana del 1909 la Galleria d'Arte Moderna di Firenze acquista il bronzo Carezza. Partecipa a mostre collettive a Londra, Parigi, Amsterdam, Vienna, Buenos Aires, Rio de Janeiro, San Paolo, mentre nel 1928 tiene a Bruxelles una importante personale, inaugurata da S.M. la Regina Elisabetta. Nello stesso anno viene inaugurato a Montecatini il nuovo stabilimento termale "Tettuccio" che presenta interventi di artisti come Giovannozzi, Vigni e Maraini. Tofanari crea la bellissima fontana col gruppo di coccodrilli in bronzo. Nel 1937 si trasferisce a Milano, dove viene chiamato per eseguire opere di scultura per conto di Antonio Feltrinelli; lavora instancabilmente fino al 1942, e in quello stesso anno un furioso bombardamento aereo distrugge il suo studio, rendendo vano il suo lavoro. In seguito ai notevoli successi artistici, ottenuti anche oltre i confini d'Italia, l'artista viene nominato nel 1949 Accademico Nazionale di San Luca. Le sue opere in bronZO e marmo figurano nel Museo di Buenos Aires, nella Galleria d'Arte Moderna e nel Museo Capitolino di Roma.

FONTE: Scultura italiana del primo novecento

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